Pasquale Bruno: "Ero da psichiatria, picchiavo tutti". E su Baggio...

Pasquale Bruno a La Repubblica: Più Baggio parlava, più lo menavo. Ero da psichiatria, picchiavo tutti. L’ex difensore di Juventus, Torino e Fiorentina si è raccontato a Repubblica Torino

Articolo scritto da: Redazione F.C.
Jul 10, 2023 - 10:50
Jul 10, 2023 - 11:18
Pasquale Bruno: "Ero da psichiatria, picchiavo tutti". E su Baggio...

Pasquale Bruno, ex difensore di Juventus, Torino e Fiorentina, si è aperto a Repubblica Torino, rivelando alcuni retroscena della sua carriera nel calcio italiano: "Ero un caso psichiatrico. Ho picchiato tutti, solo Vialli e Ancelotti non scappavano. Rispetto ai difensori di oggi ero un fuoriclasse".

Una delle storie più intriganti che Bruno ha condiviso riguarda il suo rapporto con Roberto Baggio, riconosciuto come uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi. Nonostante ammirasse il talento di Baggio, Bruno ammette di averlo preso di mira sul campo a causa dei suoi insulti. Più Baggio parlava, più Bruno lo "menava", dimostrando la sua fermezza e determinazione. Tuttavia, non ha potuto fare a meno di ricordare il gol che Baggio gli segnò in un derby con una finta che lo mandò rovinosamente a rotolare in curva Maratona. Bruno ammise che quella fu un'azione da fenomeno.

Un altro episodio importante nella carriera di Bruno riguarda una squalifica di otto giornate che gli fu inflitta durante un match contro la Juventus. Il suo avversario, Gianluca Casiraghi, simulò di aver subito un fallo da parte di Bruno, che già era stato ammonito insieme a Casiraghi dopo soli quindici minuti di gioco. L'arbitro di quella partita era Ceccarini, che aveva già suscitato polemiche per le sue decisioni riguardo a Iuliano e Ronaldo in passato. Ceccarini estrasse un altro cartellino giallo a Bruno e lo espulse dal campo. Questa ingiustizia provocò una crisi isterica in Bruno, che si sentiva vittima di un grave torto. I suoi compagni di squadra cercarono di calmarlo, ma la situazione era fuori controllo. Bruno ricevette una squalifica di otto turni e successivamente venne informato da Moggi, il direttore, che gli sarebbe stata inflitta una multa di 40 milioni di lire. La sua reazione fu decisa: se avesse dovuto pagare quella cifra, avrebbe smesso di giocare. La risposta di Moggi fu altrettanto dura: "Allora puoi pure smettere". Bruno fu costretto a pagare quella multa, che gli venne detratta dallo stipendio fino all'ultimo centesimo.

Bruno rivela anche che avrebbe potuto avere una carriera di successo anche nel Torino se il presidente Borsano non fosse andato via. Ricorda con nostalgia il centrocampo del Torino di quegli anni, composto da Fusi, Martin Vazquez, Scifo e Lentini. Il suo più grande rimpianto è di non aver lottato per il titolo indossando la maglia granata.

Infine, Bruno si permette di fare un confronto tra il calcio di allora e quello attuale. Secondo lui, rispetto ai marcatori di oggi, lui stesso era un fuoriclasse. Tra i calciatori attuali, nessuno sarebbe stato titolare nel Milan, nella Juve o nel Torino di quel periodo. Bruno sottolinea anche che Gullit avrebbe segnato 150 gol in questa epoca. Infine, quando gli viene chiesto chi fosse il più forte tra i giocatori che ha affrontato, Bruno non ha dubbi: Maradona. Descrive la sua abilità nel non cadere mai, grazie al suo baricentro basso. Aggiunge che anche i difensori più forti di quell'epoca, come Vierchowod, non riuscivano a metterlo a terra.