La deposizione di Dybala sulla questione stipendi

Il caos Juventus continua. Dopo la penalizzazione per le plusvalenze fittizie, ai bianconeri spetta con molte probabilità, anche una sanzione per quanto riguarda gli stipendi

La deposizione di Dybala sulla questione stipendi

Da poco era stata lanciata l'esclusiva riguardante la squalifica della maggior parte della rosa della Juventus per quanto riguarda la manovra stipendi. Ad entrare nella bufera era stato anche Paulo Dybala, adesso alla Roma. La Joya poteva rischiare fino ad un mese di squalifica, fatto poi subito smentito. Calciomercato.com ha pubblicato la deposizione rilasciata dall'ex Palermo riguardante le mensilità della stagione 2019-2020.

"Tre mensilità ci dovevano essere restituite. Comunicato non corrisponde a ciò che abbiamo firmato. La proposta era quella di non percepire i quattro mesi di stipendio (non ricordo di preciso quali mesi). Noi non eravamo d’accordo perché non volevamo rinunciare a così tanti mesi. L’accordo è stato che di quei quattro mesi ne percepivamo tre nella stagione successiva ed uno lo lasciavamo come solidarietà. Quando ci hanno chiesto di rinunciare a quattro mesi, siamo rimasti stupiti e molti di noi hanno detto no. Noi per quell’anno rinunciavamo a quattro stipendi. Tre ce li pagavano con certezza, senza condizioni l’anno successiva ed uno lo lasciavamo in solidarietà. Questo è l’accordo finale".

"Poi abbiamo un gruppo di Whatsapp con i compagni di squadra. L’informazione è girata lì, era un periodo confuso, alcuni erano andati all’estero, altri erano rimasti in Italia. Ricordo che prendemmo la decisione di decidere iniseme, cioè di accettare o meno la proposta ma di farlo tutti insieme. Io non ricordo di averne parlato personalmente con Paratici e Nedved".

"Quello che ricordo io era che era uscito un comunicato stampa; tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi e nessuno sapeva in quel momento che noi avremmo preso tre mesi ma pagati più avanti. Leggendo il comunicato non è l’accordo che abbiamo raggiunto. C’è scritto che rinunciamo a quattro mesi ma non c’è scritto che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe".