Juve, parla Totò Schillaci: «Ecco cosa mi ha fatto lasciare la Juve»

In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex bianconero Totò Schillaci ha parlato della sua Juve e di come una certa vicenda personale potrebbe aver contribuito alla sua cessione.

Juve, parla Totò Schillaci: «Ecco cosa mi ha fatto lasciare la Juve»

In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex bianconero Totò Schillaci ha parlato della sua Juve e di come una certa vicenda personale potrebbe aver contribuito alla sua cessione.

Totò Schillaci
, oggi 58 anni, è stato la stella dei Mondiali del 1990 e un attaccante della Juventus per tre stagioni, dal 1989 al 1992.

Stando a quanto ha raccontato al Corriere della Sera, ad aver influenzato la sua partenza dalla Juve potrebbero essere stati anche i gossip insistenti sulla relazione tra la moglie Rita Bonaccorso e Gianluigi Lentini, allora avversario di derby del marito (vestiva la maglia granata, ndr).

Questo tradimento provocò una separazione tra i due, che pare non sia stata vista di buon occhio dal club. "La società sapeva che c’erano dei problemi nel mio matrimonio, per i quali poi mi separai. E questo ha influito su certe scelte.

Ci sono stati momenti difficili, molto brutti, anche a causa dei tifosi avversari. Questo può avere condizionato il mio rendimento e la Juve magari ha voluto cedermi
".

(...)

Poi rievocando quel magico Mondiale del 1990 con la Nazionale, ricorda l'importanza dell'assist del compianto Gianluca Vialli: "Se lui non avesse fatto quel cross forte e teso, io non avrei segnato e forse non ci sarebbe stato tutto il resto. 

Gianluca era un uomo squadra, un capitano, uno che lottava sempre. Una persona perbene, fondamentale per la mia carriera: anche il gol all’Argentina fu merito suo".

In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex bianconero Totò Schillaci ha parlato della sua Juve e di come una certa vicenda personale potrebbe aver contribuito alla sua cessione.

Totò Schillaci
, oggi 58 anni, è stato la stella dei Mondiali del 1990 e un attaccante della Juventus per tre stagioni, dal 1989 al 1992.

Stando a quanto ha raccontato al Corriere della Sera, ad aver influenzato la sua partenza dalla Juve potrebbero essere stati anche i gossip insistenti sulla relazione tra la moglie Rita Bonaccorso e Gianluigi Lentini, allora avversario di derby del marito (vestiva la maglia granata, ndr).

Questo tradimento provocò una separazione tra i due, che pare non sia stata vista di buon occhio dal club. "La società sapeva che c’erano dei problemi nel mio matrimonio, per i quali poi mi separai. E questo ha influito su certe scelte.

Ci sono stati momenti difficili, molto brutti, anche a causa dei tifosi avversari. Questo può avere condizionato il mio rendimento e la Juve magari ha voluto cedermi
".

In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex bianconero Totò Schillaci ha parlato della sua Juve e di come una certa vicenda personale potrebbe aver contribuito alla sua cessione.

Totò Schillaci
, oggi 58 anni, è stato la stella dei Mondiali del 1990 e un attaccante della Juventus per tre stagioni, dal 1989 al 1992.

Stando a quanto ha raccontato al Corriere della Sera, ad aver influenzato la sua partenza dalla Juve potrebbero essere stati anche i gossip insistenti sulla relazione tra la moglie Rita Bonaccorso e Gianluigi Lentini, allora avversario di derby del marito (vestiva la maglia granata, ndr).

Questo tradimento provocò una separazione tra i due, che pare non sia stata vista di buon occhio dal club. "La società sapeva che c’erano dei problemi nel mio matrimonio, per i quali poi mi separai. E questo ha influito su certe scelte.

Ci sono stati momenti difficili, molto brutti, anche a causa dei tifosi avversari. Questo può avere condizionato il mio rendimento e la Juve magari ha voluto cedermi
".

(...)

(...)

Poi rievocando quel magico Mondiale del 1990 con la Nazionale, ricorda l'importanza dell'assist del compianto Gianluca Vialli: "Se lui non avesse fatto quel cross forte e teso, io non avrei segnato e forse non ci sarebbe stato tutto il resto. 

Gianluca era un uomo squadra, un capitano, uno che lottava sempre. Una persona perbene, fondamentale per la mia carriera: anche il gol all’Argentina fu merito suo".